Il supporto narrativo
Se I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo (Wittgenstein) allora un linguaggio povero esprime un mondo povero di senso.
La filosofia che entra nella narrazione smantella quella ‘chiacchiera’ (Gerede), che trasforma il comunicare autentico in mero ‘spargersi di voce’, per cui l’essere o l’essenza che vengono narrati sono privi di un riferimento concreto alla cosa di cui si parla, finendo così per nascondere od occultare e simulare la verità.
Il discorso è la possibilità autentica di essere nel mondo e quindi esserci concretamente, ma è allora proprio nel parlare o nello scrivere che si aprono le possibilità per l’essere d’impigliarsi, di perdersi nella consuetudine del linguaggio formale, vuoto di concreti riferimenti alla cosa.
Per i greci il rischio del linguaggio era quello di disperdersi e di decadere, e questo costituiva il pericolo fondamentale del loro esserci. Oggi il linguaggio convenzionale è tradotto dalla consuetudine in chiacchiera che abusa dell’idea di ‘riempire il vuoto ’ e della paura che il silenzio possa generare la perdita dell’ identità sociale, per quanto povera, scarna ed effimera, che cerca disperatamente presenza anziché autorevolezza.
Il parlare autentico è un ‘parlare assieme’ rispetto ad una vuota chiacchiera che si auto compiace senza comprendersi. La Retorica si distingue dalla Sofistica in quanto la prima è confronto continuo di opinioni (doxa), mentre la seconda è soltanto universalizzare i concetti, portando a sostegno solo ciò che li verifica, ed escludendo quello che falsifica. Per questo la retorica è scienza del discorso, attraverso il logos, che unisce le diverse opinioni, mentre la sofistica del discorso conserva solo le sembianze, le apparenze, senza un vero contenuto.
Il discorso è la prassi discorsiva dell’essere umano vissuta nella sua quotidianità. La parola deve riuscire a situare l’essere, a trovarsi in quel preciso momento e non in altro, a catturare quella disposizione momentanea, che rompe le strutture vuote e ripetitive della sofistica. Ed è solo nel trovarsi in quella determinata situazione che l’uomo ne cattura la disposizione emotiva, perché l’essere dell’uomo è essere in situazione.
Il supporto narrativo opera per sviluppare il discorso che apre agli altri uomini, analizza la struttura logica del pensiero, e cattura il pathos che esprime il sotto testo dell’interpretazione soggettiva.